Buon album di rock potente, coinvolgente, diretto e orientato verso atmosfere hard e metal, questo dei Ground control dal titolo “Untied” (CameHouse RC, out il 07 Dicembre u.s.).
I Ground control, gruppo emiliano di Montecchio (RE) composto da Marco Ravasini alla voce, Marco Camorani alla chitarra, Jambo Iori al basso e Pietro Albera alla batteria definiscono se stessi come una band psyco- stoner, che è un altro modo per dire che la musica dei quattro è piuttosto dura e lascia poco spazio ai suoni e ai toni melliflui che è possibile ascoltare in altri tipi di rock che si intrecciano con tonalità e colorazioni pop più o meno melodiche e/o leggere.
Nove brani, di cui otto scritti e arrangiati dagli stessi Ground Control, per un totale di ascolto musicale pari a trentacinque minuti, in “Untied” le incursioni nelle energetiche asperità del suono lisergico sono fortemente in tinta con il contenuto dei testi delle varie canzoni: il titolo stesso dell’album fa riferimento all’energia sprigionata da ciascuno dei pezzi del CD.

Con specifico riferimento al brano “Untied the horses” i GC dichiarano che “slegare i cavalli” è una espressione utile a descrivere quel particolare momento in cui “si sprigionano le energie e ci si lascia andare completamente, senza rimorsi.” Canzoni come “Kaputt Mundi”, “Major”, “Utube killed the video star”, “Domani è un posto freddo”, cercano di raccontare le alienazioni del mondo in cui viviamo, un mondo talmente incerto e insidioso da incutere terrore facendoci sentire soli ma anche, per altri versi, desiderosi di riscatto e di autodeterminazione.
I GC dichiarano di essere influenzati, tra gli altri, da David Bowie e da Lou Reed; del duca bianco, peraltro, gli emiliani ripropongono una cupa apprezzabilissima cover di Absolute beginners, brano del 1986 che Bowie scrisse ed interpretò per l’omonimo lungometraggio di Julian Temple.