I VIADELLIRONIA Iniziano a suonare in giovanissima età e formano il primo nucleo della band quando si incontrano sui banchi di scuola. Dopo aver registrato e pubblicato un EP intitolato “Blu Moderno”, arriva nelle mani di Cesareo, chitarrista di Elio e le Storie Tese, che rimane colpito e decide di lavorare alla realizzazione del loro primo album d’esordio della band tutta al femminile “Le radici sul soffitto” uscito il 20 novembre 2020.
Viadellironia sono Maria Mirani (voce e chitarra), Giada Lembo (basso), Marialaura Savoldi (batteria) e Greta Frera (chitarra).

RECENSIONE – “Le radici sul soffitto“

Un album di 10 brani , anticipato dal primo singolo “Ho le febbre” feat. Edda, prodotti da Cesareo (Elio e le Storie Tese) è uscito su tutte le piattaforme digitali il 20 novembre 2020 per Hukapan. In buona parte dei brani si intravede una vena critica e malinconica per la decadenza del mondo attuale.
L’album si apre con BERNHARDT dove una graffiante chitarra che richiama il rock d’autore anni ’90 molto piacevole e che ritroviamo anche nel secondo brano LE RADICI SUL SOFFITTO con testi incastonati nella ritmica sotenuta. Si passa a HO LA FEBBRE feat. EDDA , con la partecipazione di Stefano “Edda” Rampoldi che ben si adatta al loro stile rock.
CANZONE INTRODUTTIVA un sound più delicato, dove la voce sovrasta il soul melodico, interponendo acuti di chitarra ad introdurre acuti di voce; il brano più lungo dell’album, quasi 6 minuti, forse eccessivi. COME VENE DEL MARMO un brano ritmico, riff di chitarra ed un basso a segnarne imponentemente il tempo. STAMPE GIAPPONESI un rock dove la voce viene leggermente sovrastata dalla musica, dando ampio spazio agli assoli di una chitarra distorta e graffiante. ARCHITETTO il sound che ti aspetti, un pò ripetitivo e con una ritmica sostenuta da chitarre che si alternano alla voce di Maria Mirani e con un basso presente e battente.
In sintesi un album dove i brani vanno risentiti più volte, per poterne capire bene il significato dei testi; in gran parte dell’album si percepisce una certa ripetitività nel sound e nello stile compositivo, rendendolo non digeribile a primo colpo, ma che comunque, con attenzione, risulta esser gradevole e quantomeno fuori dal solito mainstream attuale che pecca di originalità, prendendosi il loro spazio con un sound e testo ben definito e alternativo.
L’ottima copertina è dello studio milanese Jekyll & Hyde curato all’artista Dorothy Bhawl, una sorta di allegoria sulla morte come rinascita e, in generale, sulla fine come nuovo inizio.
ALESSANDRO LONOCE
Voto: 7/10


01) BERNHARDT
02) LE RADICI SUL SOFFITTO
03) HO LA FEBBRE feat. EDDA
04) LA MIA STANZA
05) CANZONE INTRODUTTIVA
06) COME VENE DEL MARMO
07) STAMPE GIAPPONESI
08) ARCHITETTO
09) SIMILE A UN MORENTE
10) FIGLI DELLA STORIA