Il 14 febbraio è uscito “Rainbow Tempo”, il secondo singolo di Simone Galassi. Il cantautore racconta con una metafora bambinesca quel momento della nostra vita in cui la voglia di vivere, sperare e sognare supera preoccupazioni e paura.
“Rainbow Tempo” è una vera e propria colonna sonora, un ritmo che ci portiamo dentro che ci tiene in piedi quando tutto va storto. Un ritmo che ci accompagna nella crescita e nella voglia di scoprire il mondo.
Un brano che mescola un pop leggero ed energico a un cantautorato italiano profondo e in grado di toccare le corde giuste.
Leggi cosa ci ha raccontato:
1. Parlaci dell’ultimo tuo singolo “Rainbow tempo”, cosa c’è di personale in questa metafora che descrivi ?
C’è tutto, chiaramente la metafora ridente del rainbow tempo apostrofa svariati stati d’animo o momenti che mi hanno tormentato o che mi hanno inebriato. Credo che tutto stia sullo stesso piano.
Possiamo scegliere di lasciarci attraversare dalle emozioni oppure di opporre resistenza. La scelta più semplice talvolta sembra la più difficile, mi piace pensare che questa canzone possa aiutare a ricordarselo.
2. Un brano che anticipa il prossimo album in uscita. Cosa ci aspetteremo?
Potete aspettarvi un disco che sicuramente ha un filo conduttore, un’idea sonica molto precisa ma sicuramente stratificata in varie sfumature e generi che hanno influenzato la mia vita, e un approccio lirico completamente sincero.
Ci sono storie, sogni, delusioni, culture differenti, eventi borderline e anche la spiritualità a convivere in quello che spero possa essere un unico messaggio con più chiavi di lettura, cosicché ognuno possa cucirsi addosso quello che di cui ha più bisogno.
3. Dal punk poi folk ad un genere più pop. A cosa è dovuto questo cambio continuo, nel tuo modo di fare musica?
Ho sempre avuto un’estrema voglia di esplorare, e una curiosità genuina nei confronti di ciò che non conosco. Ho iniziato a suonare proprio per questo motivo perché volevo far funzionare quegli arnesi magici che tanto mi attiravano.
Così una volta iniziato il mio percorso di songwriter non mi sono mai precluso la possibilità di esplorare tipologie di composizione differenti da quelle che oramai avevo già assimilato e fatto mie. Inoltre gli incontri con altri musicisti durante i miei viaggi hanno sicuramente aiutato questo processo di evoluzione dato dallo scambio di idee, gusti e influenze differenti.
4. Cosa ti sei portato dietro dall’esperienza australiana e cosa riporti dentro i tuoi lavori ?
Come ho detto sopra, l’influenza dei musicisti e artisti di vario tipo con cui ho avuto la fortuna di vivere e lavorare in Australia mi ha donato una prospettiva completamente differente dell’approccio alla musica, proprio per il funzionamento differente della scena stessa.
Inoltre mi porto dietro i ricordi della fantastica natura che ho esplorato. Il senso di vastità che si prova visitando alcune parti dell’Australia è sicuramente una sorta di insegnamento innato, qualcosa che senti respirando, ma che non puoi spiegare.
5. C’è un legame tra questi tuoi primi due brani ?
Credo proprio di sì, credo ci sia un legame fra tutti i miei brani nonostante vadano a toccare corde differenti.
6. Visto il tuo genere, ascoltando questo brano, ci sono particolari artisti a cui sei legato particolarmente ?
Potrei partire con una lista infinita di nomi che hanno influenzato il mio percorso artistico. In questo caso penso all’attitudine generale del french touch che osa nella ricerca sonora.
Al punk sottostante ispirato dai Neutral Milk Hotel, fino alla potenza dance e al contempo emozionale dei ritornelli tipica degli Abba. Infine penso alla parte lirica che sicuramente è stata influenzata dai vari modelli anglofoni di Cohen o Cave o Waits ma anche di cantanti nostrani come Conte o Paoli piuttosto che Endrigo o Fontana.
Questo non vale chiaramente solo per questo brano.
7. Cosa puoi raccontarci sulla scena musicale della tua città attuale e come ti inserisci all’interno di essa?
Livorno ha una florida scena musicale che si interseca in maniera abbastanza organica in vari tessuti della città. Esistono realtà di genere, come esiste una realtà collettiva dove bene o male tutti quelli che fanno musica in qualche modo si conoscono.
Questo è da un lato molto stimolante dall’altro un po’ claustrofobico in quanto la voglia di emergere di alcuni caratteri spesso porta a creare un campo di battaglia sul quale essere rivali, questo non per forza è un male in quanto la sana competizione spesso è benzina per migliorarsi, talvolta però è benzina per appiccare incendi inutili che non coadiuvano l’arte ma piuttosto sotterrano l’individuo.
La dura legge della provincia! Livorno è magica, ho viaggiato tanto ma alla fine ho sempre scelto di tornarci.

Il viaggio di Simone Galassi inizia ad Avezzano, la sua terra natale. Qui, curioso e sensibile, si lascia affascinare dai musicisti che suonano nel pub di suo padre e che indirizzano il suo percorso verso la scoperta di una delle arti più belle e profonde: la musica.
Nel 2000 si trasferisce con la famiglia a Livorno dove scopre la musica punk. Fonda la sua prima band i Sixteen riuscendo ad emergere sia nella scena cittadina che sul territorio nazionale.
Un po’ come il vento del nord del film “Chocolat” anche Simone sentiva il richiamo verso altre terre, verso altri mondi da scoprire. Si trasferisce a Londra dove diventa un artista di strada sperimentando altri generi musicali come il folk.
La sete di curiosità non si placa mai. Simone è un artista che ama mettersi in gioco, cambiare e crescere. Vola così nell’assolata Australia, a Melbourne, dove frequenta sia la scena musicale che quella della moda. Dopo aver assimilato tutto quello che la città poteva offrire, torna in Italia.
“Mi sono fermato; ho riflettuto e ho iniziato a viaggiare con la mente, a scovare ogni sensazione o ricordo che credevo dovesse diventare un suono. Ho iniziato a provare nuove formule in maniera compulsiva fino a che l’esperimento è riuscito”, racconta il cantautore.
Quando il viaggio fisico si è fermato, la creatività e la fantasia di Simone hanno incominciato a volare. E’ nato così il suo progetto da solista e la collaborazione con il produttore Luca Bossi. Il 26 dicembre 2021 esce il suo primo singolo ufficiale “Una notte a St. Michel”. Il 14 febbraio 2022, proprio per il giorno di San Valentino, Simone pubblicherà il suo secondo singolo “Rainbow Tempo”.
“Sarò sincero, scrivo canzoni per affrontare e interpretare la realtà che mi e ci circonda, qualcosa che condivido costantemente con tutti voi, anche quelli che non conosco”.