Abbiamo incontrato Silvia Furlani in occasione del suo ultimo album “Riptide“; leggi cosa ci ha raccontato in esclusiva !
Ciao Silvia, innanzitutto come stai?
Sto molto bene! Sono davvero molto felice per come le persone stanno accogliendo l’album, sto avendo tanti feedback positivi e complimenti. Considerando che è un genere abbastanza di nicchia mi aspettavo meno entusiasmo, invece sta piacendo molto e la cosa non può che rendermi felice.
Da poco uscito il tuo ultimo album “Riptide”. Che significato ha il suo titolo?
Riptide significa vortice, marea. L’ho scritto nel periodo di pandemia che è stata un maremoto un po’ per tutti, mi sono ritrovata dentro un vortice di emozioni contrastanti e scrivendo l’album ho provato a dare un senso a tutto.
Un disco nato da una marea di emozioni. Come sei riuscita a trasformarle in brani intimi ?
Credo che qualsiasi cosa scaturisca da un’emozione profonda suoni per forza intima. Ho cercato di concentrarmi su un pensiero per volta e ho provato a sviscerarlo, ogni brano ha in sé un’emozione propria.
Non è facile rispondere, ma degli 8 brani, c’è uno in particolare a cui sei più legata?
Senza dubbio “In the darkness”, la sento proprio vicina, mi piace anche come suona, un po’ cupa e cinematografica ma anche passionale ed energica. È senza dubbio il brano che preferisco e che sento più vicino a me.
Voce di Phillip Bracken. Se ne avessi la possibilità, in quale vorresti aggiungere la tua voce?
Beh un piccolo cameo di voce l’ho fatto nei cori Transcendence. Basta e avanza così, non sono una cantante.
Hai scelto “Transcendence” in feat sempre con Bracken, come brano per il video appena uscito. Come è caduta questa scelta ?
Ci ho pensato a lungo su quale brano usare come apripista per l’album, ci sono sicuramente pezzi più orecchiabili e che suonano più da singolo come ad esempio “Blow me up”, ma non volevo dare un’idea sbagliata dell’album.
È un album intimo, con atmosfere anche un po’ dark volendo ma allo stesso tempo sognante e credo che Transcendence contenga tutti questi elementi.
Dei tuoi artisti preferiti Olafur Arnalds e Trentemøller, cosa ti affascina di loro?
Sono due artisti molto diversi tra loro, uno è pura anima, è etereo ed emozionante, l’altro è cupo, è energia e ricerca sonora. Sono i due lati di me. E sono due artisti superlativi, li seguo da diversi anni e non deludono mai.
Prima la musica o i testi ?
Sempre la musica, non essendo una cantante penso sempre prima alla musica. Mi è capitato anche di scrivere testi per il mio primo album “Opera 2.0” ma li ho adattati alla musica, non so se riuscirei a fare il contrario, soprattutto per il genere che faccio.
Anche con “Riptide” ho scritto prima tutte le musiche e poi li ho passati a Phillip che ha scritto la parte vocale.
Hai seguito un ordine particolare nell’album per i brani?
No, ho solo seguito un ordine che potesse essere più musicale e coerente possibile. Essendo brani anche abbastanza diversi tra loro volevo che gli ascoltatori potessero sentirsi cullati mentre venivano trasportati in questa marea, senza ricevere troppi scossoni.
Progetti futuri ?
Ho un po’ di lavori di colonne sonore per corti e documentari che mi aspettano quest’anno. Ho qualche novità che bolle in pentola ma ancora da confermare. E poi insieme a Matteo De Buglio (il chitarrista con cui ho lavorato per Riptide) stiamo cercando di preparare un set live, ci piacerebbe suonare Riptide anche dal vivo.
Silvia Furlani è una compositrice, produttrice e arrangiatrice milanese. Ha studiato pianoforte e composizione fin dal 2006, ma la sua carriera musicale prende il via nel 2009 scrivendo la musica per il cortometraggio “The grey scale” di Francesco Segrè per la MinimaCinema di New York.
Dal 2017 collabora regolarmente con la casa di produzione milanese Circonvalla Film Production. Ha all’attivo una cinquantina di colonne sonore tra cortometraggi, film, trailer, documentari, video aziendali.
Recentemente ha composto la colonna sonora del film “Fuoricondotta” di Fabio Martina distribuito da CG Entertainment e del documentario “Carlo Porta, poeta” interpretato dal milanese imbruttito Germano Lanzoni.
Nell’arco della sua carriera ha spaziato tra vari generi musicali dalla classica al rock, ma il genere che sente più vicino è la musica elettronica/ambient cinematografici. I suoi artisti di riferimento sono Olafur Arnalds e Trentemøller.
Alcune delle sue composizioni sono state usate anche da TG1, TG3, TGR Lombardia.
Ha vinto il concorso per giovani compositori indetto dal comune di Monza “Canneto di Luce” e ha avuto una menzione d’onore nella sezione colonne sonore all’ Horror Festival di Cleveland, Ohio.
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