Fuori dal 31 marzo “Fare Domani”, il nuovo singolo de L’Iperuranio. E’ passato più di un anno dalla pubblicazione del suo disco d’esordio “Postimpressionismo” e ora il cantautore è tornato con un assaggio di quello che sarà il suo secondo album. Il brano, in un mix di suggestioni elettroniche ed elementi rock, è la confessione divertita di chi fa le cose quando si sente di farle.
“Faccio domani quel che devo fare oggi (…) eppure prima o poi… probabilmente lo farò”
Leggi cosa ci ha raccontato:
Secondo Platone l’Iperuranio è quella zona al di là del cielo dove risiedono le idee. Le tue idee, come vengono trasformate in canzoni?
Non ho un metodo unilaterale. Puoi partire tutto da una frase, un paio di accordi, un motivetto che mi salta fuori mentre fumo in terrazzo o persino da un semplice beat. Parto da lì e ci tiro fuori un pezzo, aggiungendo idee a idee.
Accettare se stesso anche quando si sbaglia. Un modo per esorcizzare questi tempi troppo frenetici e stereotipati?
I principali giudici di noi stessi siamo noi stessi. Se non siamo indulgenti noi, chi potrà mai esserlo?
Parlaci dell’ultimo tuo singolo “”Fare Domani”, è il tuo modo di fare che descrivi nel brano?
Assolutamente. Quando mia madre l’ha sentita mi ha detto “Sei proprio tu“, ahah. Per quanto mi riguardo l’unico buon motivo per correre è essere inseguito da una tigre! Tralasciando l’ironia, cerco il più possibile di prendermi i miei tempi.
Un video molto singolare, ambientato in una officina anni 60/70 ca. Come mai la scelta di questo periodo?
Col regista Francesco Chiot siam partiti dall’idea di ambientarlo in un ufficio. Poi lui ha avuto l’intuizione del meccanico e infine siamo arrivati al concept del “cinema muto”. Quando è emersa l’esistenza di questa officina dismessa è parsa subito perfetta per realizzare quel che si aveva in mente.
Un brano da sound un sound pop rock, un anticipo del sound che ci aspetteremo nel prossimo album in uscita?
Diciamo che rispetto al primo disco l’elettronica (che già c’era) avrà uno spazio maggiore. Ci saranno però atmosfere molto diverse. Il prossimo singolo, per dire, risulterà molto differente da Fare Domani. Coerenza sì, ma ci saranno dentro tutte le mie anime.
Ci sono particolari artisti, del panorama italiano, a cui sei legato particolarmente ?
Molti. Ho iniziato da ragazzino ascoltando la musica dei ’60 e scoprendo Tenco. Poi sono rimasto folgorato da Silvestri. Afterhours e Marlene mi hanno aperto ad ascolti più rock. In ogni caso i miei favoriti sono i Bluvertigo di Morgan, Paolo Benvegnù (con o senza Scisma), i primi Tiromancino (del periodo con Riccardo Sinigallia) e Luca Urbani (Soerba).
Cosa ci puoi anticipare del prossimo album e se ha in comune qualcosa del tuo primo “Postimpressionismo”?
– Si chiamerà “La Verità è un’Altra”. Sarà una raccolta di pezzi diretti e senza filtri. Il pre-ritornello della title track dice “la verità è che i bocciati raggiungono i primi della classe all’università”, per capirci.
Parlerà di me e di vari aspetti del mondo. E mi toglierò diversi “sassolini”. Rispetto al primo conserverà lo spirito “scrivi quando hai da scrivere e non perché devi”. Potrà piacere o meno, ma sarà genuino come Postimpressionismo.
ALESSANDRO LONOCE