Prendi i Simple Minds, Human League, Ultravox, mischiali con la new wave che conta ed ottieni “Bainkour” della band romana degli Zephiro. Unica e non da poco caratteristica è che i testi sono in italiano e rendono bene una new wave di altri tempi, merce rara oggi in Italia.
Possiamo apertamente dire che il loro intento è riuscito al 100% grazie anche al pizzico di punk spruzzato qua e la per l’intero album. Un album dalle buone sonorità con chitarre sempre presenti ad accompagnare una timbrica piacevole e mai invadente che rievoca un genere che ha fatto la storia del rock.
Il titolo dell’album “Baikonur, quasi un presagio di questi tempi, è proprio una base di lancio, il cosmodromo da cui partirono molte missioni spaziali durante la guerra fredda”, basta osservare bene video del brano Cosmorandagio in stile sovietico che ne evidenzia contenuti per denunciarli.
Così le chitarre sono sempre ben presenti, accompagnando un canto molto ben posto e Amelia e Crisalide risultano subito invitanti a proseguire l’ascolto. Così la timbrica di Kublai Khan, singolo estratto risulta estremamente efficace, melodica e senza che la ritmica prevalga mai a scapito del risultato finale. All’interessante Berlinauta fa seguito una lisergica verdeniana Cosmorandagio, pezzo fra i migliori momenti del disco.
Un album che non è, e non pretende di esserlo, rivoluzionario, ma che fa riassaporare un genere che si è un poco perso negli ultimi anni riporta il piacere di ascoltare suoni che hanno fatto la storia del rock. Ben suonato e cantato a dovere, il disco è prodotto con professionalità e attenzione, compatto e sicuramente meritevole di ascolto.
Nove brani diversi il cui sound scivola agevolmente sulle melodie proposte, dove la voce del bassista Claudio Desideri che si impone con maestria ed eleganza, senza mai urlare, provocando un senso di raffinatezza musicale. Tra i brani che ci sono particolarmente piaciuti spiccano “Cosmorandagio” e “Crisalide” con una melodia che ti resta in testa per molto tempo il primo e una ritmica che ti ricorda i Simple Minds dei migliori tempi la seconda.
L’album si chiude con il brano “Di Nostalgia”, condivisa con un ospite prestigioso, quale è Miro Sassolini, primo cantante dei Diaframma e poi solista. Un brano soffuso che cresce man mano che passano i minuti con l’alternanza delle voci tra i due solisti.
Ben vengano band di questo calibro che propongono un genere musicale mai tramontato e ben fatto !!
ALESSANDRO LONOCE
Formazione band: Claudio Todesco – chitarra, kaoss pad, cori // Claudio Desideri – voce, basso // Leonardo Sentinelli – batteria


Biografia
Gli Zephiro sono una band new wave di Roma attiva dal 2002 e capitanata da Claudio Todesco. Strizzano l’occhio al post-punk britannico con liriche in italiano e a volte in giapponese. Nel 2006 pubblicano il primo album autoprodotto “Immagina un Giorno”.
Nel 2012 pubblicano l’EP “Kawaita Me” contenente due brani in giapponese. Intensa è l’attività live con più di 300 date all’attivo, quattro Japan Tour, tre date nella Grande Mela e due a Buenos Aires.
Vincono concorsi come Un Palco per il MEI, Rock Targato Italia e Videofestival Live. Aprono a Negrita e Max Gazzè, Carl Palmer, Garbo, Diaframma, Neon e Riccardo Sinigallia.
celgono l’Islanda come location per due videoclip legati all’album “Baikonur” – etichetta kuTso Noise Home – che vede alla chitarra Claudio Todesco, alla voce e al basso Claudio Desideri e alla batteria Leonardo Sentinelli. Dal 2019 ritorna nella formazione Francesco Chini alla voce e al basso.