“Coincidenze” è il titolo del nuovo progetto discografico di Fabrizio Pocci che contiene cinque brani, con la supervisione artistica di Enrico Greppi -Erriquez- (Bandabardò), storico maestro e mecenate del cantautore toscano.
“Mai abbastanza” è il terzo singolo estratto, in radio e nei digital store, dopo “Colpo al cuore” e la title track “Coincidenze”.
Dopo aver calcato prestigiosi palchi (Pistoia Blues, Beat Festival, Suoni di Marca, Effetto Venezia, The Cage e molti altri) sia come solista sia in compagnia di noti artisti (Niccolò Fabi, Max Gazzè, Daniele Silvestri) ed aver confezionato due dischi “Il migliore dei mondi” e “Una vita quasi normale”, ha deciso di chiudere quella parte della propria vita riconoscendo che è stato un percorso bellissimo e pieno di soddisfazioni ma giunto al termine.
Non si sa mai cosa aspettarsi da lui” – dice Greppi – “ma sei sicuro che non ti deluderà”.
Ha vissuto un lockdown personale prima di quello vero e proprio fino a giungere alla decisione di avviare una produzione solista con un progetto che prende il suo nome.
Racconta Pocci:
“‘Non siamo mai abbastanza forti per salutare alle stazioni agli aeroporti’. Trovai questa frase in un libretto preso in un bar del mio paese in un momento della mia vita particolare. Mi illuminò. Le ‘Coincidenze’ della vita. Il titolo era ‘Parole Nuove 2015 raccolta di poesie Autoliberazione’ di Filippo Nencioni e mi folgorò. Contattai Filippo, uno scrittore in erba nonché voce e chitarra del progetto musicale underground ‘L’ultimo cittadino’ con il quale sta lavorando al primo album e gli chiesi se avessi potuto prendere in prestito quella frase e svilupparla.
C’è sempre qualcuno che si permette di dirti come dovresti essere, come dovresti pensare e cosa dovresti fare, così noi di conseguenza ci permettiamo di dirlo ad altri che lo ridiranno ad altri e così via. Affrontare la perdita, il distacco, chiudere la porta e ritrovarsi soli. La paura, l’egoismo, l’insicurezza, il senso del dovere, i sentimenti ci fanno percorrere strade che probabilmente non sono le nostre aspettando che l’amore si trasformi in qualcosa che nemmeno sapremmo riconoscere o definire. Certi amori non dovrebbero esistere e certi altri non dovrebbero finire mai“.
Le canzoni del progetto sono state scritte in modi e momenti diversi, con emozioni diverse spesso contrastanti, danno vita a tracce che apparentemente non si collegano tra di loro, ma che in fondo prendono vita nello stesso modo. I brani “Colpo al cuore” (uscito il 12 novembre), l’attuale “Mai abbastanza” e “Nuovo amore” (21 dicembre), racchiudono in pochi minuti questo giro che torna “al punto di partenza” (sempre per citare un brano di Pocci) e non finisce mai.
“Forse la bellezza sta proprio in questo”, finisce per non finire, con una ‘canzoncina’ dal ritmo in levare e spensierata (almeno al primo ascolto). Non so suonare, un inno e una dedica allo strumento amato e odiato. Ad accompagnarlo in questo viaggio, oltre alla direzione artistica di Enrico Greppi, è Emiliano Pasquinucci (co-autore della musica, produzione e mix presso il Solaria Studio di Piombino), amico polistrumentista e produttore; è nel Solaria Studio che il progetto prende vita e forma, in un tempo -forzatamente o meno- dilatato.
Questo fa sì che non ci sia né un filo conduttore né un’omogeneità sonora che solitamente si percepisce in un disco: tutt’altro, la particolarità di questo progetto è il lavoro peculiare sul pezzo singolo. Proprio per questa ragione non si parla né di disco, né di ep. E proprio per questo le uscite dei singoli su tutti gli store digitali saranno cadenzate.
Fabrizio Pocci, classe 1974, nato sotto il segno dei pesci, puro e onesto sognatore. Esordisce nel 2015 con l’EP “Il migliore dei mondi” (Vrec) prodotto da Enrico Greppi (Erriquez), voce della Bandabardò e affettuoso mentore di Fabrizio.
Artista polistrumentista, a tutto tondo ma senza vie di mezzo, dà vita all’album “Una vita (quasi) normale” (Vrec/Audioglobe distribuzione) uscito nell’inverno del 2016, sempre sotto la produzione artistica di Greppi. Un disco onesto come lo sguardo di un bambino che non si sa spiegare perché gli aerei sanno volare e le grandi navi galleggiano sul mare mentre sotto i pesci non affogano mai; un ritmo incalzante che spazia tra diversi generi musicali (rock, ska, reggae, pop) ma che al contempo lascia spazio alle parole e a quelle riflessioni che, per quanto semplici in apparenza, sono quelle che riempiono la nostra vita quasi normale.
Ha avuto collaborazioni artistiche molto importanti, in trio con Alessandro Ferri e Marco Franci, con i Bluska (la cui sezione fiati è capitanata da Alessandro Riccucci), con Finaz (chitarra di “In fondo è facile”) e Bobo Rondelli che ha partecipato alla riedizione di “E ci sei tu” (contenuta già nel primo EP) ed è stato compagno di viaggio di Fabrizio durante la tournée canadese e americana.
Ultimo, ma sicuramente non per ordine di importanza, Erriquez, che ha partecipato anche al video del singolo “Le stagioni di una vita”, contenuto nel primo EP e presente nuovamente come bonus track nel disco.