A pochi mesi dall’uscita del suo singolo Out Run, l’artista trevigiano Alessandro Cenedese torna in scena con un nuovo brano, argutamente intitolato Ballad coi lupi.
Non compaiono nella canzone Kevin Costner e la sua band Modern West, ma il pezzo è impreziosito da una collaborazione musicalmente molto più prestigiosa.
Le chitarre sono state infatti registrate da Phil Palmer in persona, già chitarrista di Eric Clapton, Dire Straits e Iggy Pop e uno dei più celebri turnisti internazionali del rock.
Orecchie puntate in particolare sul suo virtuoso assolo in coda al brano. Ballad coi lupi è una dichiarazione d’amore perduto, dove Alessandro Cenedese canta il sentimento strabordante di un orgoglio ferito, di un cuore che necessita di un serio rattoppo: “cosa me ne faccio dell’amore”, si chiede l’artista, se viene a mancare ogni piccola cosa che rendeva piena di significato ogni giornata?
Ciao Alessandro! Hai già pubblicato un bel po’ di singoli in questi primi mesi del 2021. Come mai hai optato per questa scelta di pubblicazione costante?
In realtà sto tentando diverse strade, ma è indubbio che schedulando le uscite a più riprese si possa tentare di ottenere un’attenzione di pubblico maggiore e più costante. Impensabile se paragonata alle dinamiche dell’uscita di un album ad esempio.
Credo lavorerò a un disco di dieci-dodici canzoni entro fine anno comunque, ma sarà più un progetto “band”.
Ballad coi lupi è il brano più recente, uscito il 4 giugno. C’entra qualcosa il famoso film western o è un titolo “goliardico”?
È assolutamente goliardico; un po’ da avanspettacolo, mi andava di sdrammatizzare.
Quali sono secondo te il posto e il momento ideali per ascoltare Ballad coi lupi e apprezzarla appieno?
Probabilmente in intimità, in cuffia o in auto.
Musicalmente la canzone è effettivamente una sorta di ballad. Ci puoi dire come si rapporta al resto della tua discografia?
Sono demenziale nella vita ma faccio fatica a portarlo in musica nelle canzoni che scrivo. Se rapportato alla mia discografia, il paragone è con il cibo: mi piace una dieta variata e materie prime di qualità, mi piace l’etnico e rispetto i piatti della tradizione.
Il testo racconta invece una situazione emotiva complicata e triste. Parli di un’esperienza personale?
Sì, i miei testi sono sempre autobiografici, ma preferisco utilizzare un taglio che permetta a ognuno di ricavarne il proprio di significato.
Ci racconti com’è avvenuta la collaborazione con Phil Palmer, che ha suonato le chitarre presenti sul brano?
Conoscevo la moglie, Numa, da tempo. Avevo questo brano e le ho chiesto di ascoltarlo. Entro ventiquattr’ore mi sono arrivate le chitarre di Phil, e con un forte senso di gratitudine e stupore ho ascoltato in loop i file festeggiando con dell’ottimo Amarone.
Tu nella vita ti occupi anche di promozione per artisti emergenti, in particolare sulla piattaforma Spotify. In cosa consiste questo lavoro e che consigli ti sentiresti di dare agli artisti che non sanno bene da che parti girarsi nel mondo dello streaming?
Non puntare per forza a grandi numeri (spesso fake o comunque sterili) ma preferire strategie atte a costruire fan base reali. Va rispettato e “coltivato” ogni singolo ascoltatore e devi amare ciò che fai ad ogni costo. Gli aiuti “dall’alto” non vanno più di moda e bisogna farsi il culo.
Visto che hai a che fare con nuova musica tutti i giorni, stai notando qualche particolare tendenza in rapido sviluppo in questi ultimi mesi nel nostro Paese?
Sebbene sommersi da immondizie musicali e da standard bassissimi, trovo interessante il fatto che sempre meno artisti scimmiottino “l’estero” trovando così una dignità personale, locale e globale assieme, una glocalizzazione.
Qualche consiglio per gli ascolti, oltre a Ballad coi lupi?
Ascoltate ciò che non avete ancora ascoltato, e affezionatevi a qualcosa!