E’ uscito giovedì 10 giugno 2021 “bilico“, il nuovo singolo di CASPIO (tutto rigorosamente minuscolo), fuori per Le Siepi Dischi e in distribuzione Believe, qui caspio manda un chiaro messaggio intergenerazionale: non sprecate la vita sull’orlo di un baratro.
In “bilico” c’è una coppia – giovane o vecchia, poco importa – che non riesce a risolversi, che non riesce ad uscire dal loop delle dinamiche che la stanno avvelenando piano piano. Verrà il momento di prendere una decisione, ma un affetto malato ritarda la scelta.
Di giorno in giorno, di anno in anno, fino, quasi, ad odiarsi, a non riconoscersi più. Tutto l’amore che c’è stato e che ancora si percepisce in lontananza, tutta la reciproca conoscenza (“Oggi è un’altra domenica / non t’è piaciuta mai”) si è trasformato in un gorgo di sentimenti negativi da cui sembra impossibile uscire.
Recriminazioni, colpevolizzazioni, bugie diventano le caratteristiche di una coppia che non sa affrontare la sfida della solitudine.
E qui interviene la voce dell’autore che libera, che lascia andare, cadere, perché a volte l’unica soluzione è quella di buttarsi nell’oscurità di un futuro che non puoi sapere come sarà. Ma che potrebbe anche essere migliore.
Perché poi quello che conta è affrontare, sempre e comunque. Scontrarsi con le proprie idee, con gli effetti delle proprie scelte. Buttarsi nel vuoto, se ciò serve a cambiare qualcosa. Precipitare per ritrovare se stessi.
orte è l’influenza della dance fine anni ’90, fortemente cara alla generazione cui caspio appartiene. Ricorda, infatti, le atmosfere di “Children” di Robert Miles nella sua versione “dreamland” e il remix di Todd Terry di “Missing” degli Everything But The Girl.
Il brano è stato prodotto da caspio in collaborazione con Cristiano Norbedo il quale, oltre ad aver co-prodotto “bilico” e il precedente singolo “mai” (“Mica male il nuovo singolo di caspio” dice Indieforbunnies), ne ha curato il mix. Il master è stato affidato a Riccardo Carioti del One Eyed Jack Studio mentre le programmazioni ritmiche a Giona Rossetto
Abbiamo parlato con lui in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo Bilico.
Ti riconosci nella definizione di “trip hop”?
Il termine trip-hop contiene la parola “viaggio”: il trip-hop è un moto continuo attraverso i vari generi musicali da cui attinge. La mia musica è un po’ elettronica, un po’ pop, un po’ rock, per questo è trip-hop.
Hai ancora qualche tipo di rapporto con Roma e la scena romana?
A Roma ci sono solo nato, un po’ per caso. Nonostante qualche parente, con Roma avevo perso ogni contatto, fino al mio sodalizio con Le Siepi Dischi. Loro mi tirano fuori un leggero accento che mi sembrava di aver dimenticato. E un ritrovato smisurato amore per la pizza alla pala: un patrimonio.
Come mai tutto minuscolo?
Così, tutto minuscolo, meglio soddisfa il mio disturbo ossessivo compulsivo: tutte le lettere sono alte uguali, è dritto, lineare.
Nei tuoi brani c’è spesso il tema della scelta. Come mai?
In realtà, il tema comune è quello del tempo. In “mai” il tempo è servito per maturare, per tirare le somme, per fare pace con se stessi. In “bilico” il tempo è quello che verrà, ci che servirà per rimediare, altrimenti è tempo perso. Però sì, ora che ci penso, il tempo aiuta anche a scegliere.
Quali sono i prossimi step del tuo progetto?
“mai” ha dato il via ad un nuovo caspio, un po’ più consapevole, più solido, che non riesce a stare in silenzio per molto. “bilico” è l’intramezzo in cui ricordo al pubblico che quella parte di cervello dedicata alla musica va a mille. Perché non finisce qui.

caspio vive a Trieste, città di confine che si si sviluppa sul, intorno e grazie al mare. Suona da sempre, da subito. Batteria, basso, chitarra.
Nel 2019 esce Giorni Vuoti, il primo album maturo, sfogo di anni di soffocamento, di inibizione.
In “mai” caspio fa pace con sé stesso, pur riprendendo alcune intenzioni chiave della sua scrittura: non racconta mai storie, ma esplora concetti che gli sono cari per trasmetterli a chi lo ascolta in modo più chiaro, più esplicito, meno criptico rispetto a una volta.
caspio fa musica elettronica, con influenze anni ’90, in una veste completamente nuova, attuale. È un trentacinquenne che, finalmente, sa quello che fa.