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Intervista a LA MALCOSTUME: “DOVE CREDI DI ANDARE?” i rapporti che rimangono sospesi e irrisolti uno se li porta dentro a prescindere dal luogo fisico in cui si trova.

14 Luglio 2021
inInterviste, News Italia
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Intervista a LA MALCOSTUME: “DOVE CREDI DI ANDARE?” i rapporti che rimangono sospesi e irrisolti uno se li porta dentro a prescindere dal luogo fisico in cui si trova.
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“Dove credi di andare? è il primo singolo de La Malcostume, ma è anche la domanda che chiunque abbia un sogno o un obiettivo nella vita prima o poi si sentirà fare.


Che sia semplicemente scappare dal proprio passato, dalla propria famiglia o dalla propria terra, o che sia invece cambiare vita e iniziare a fare quello per cui si è nati e che ci tiene vivi: in entrambi i casi ci saranno ostacoli che fanno venir voglia di arrendersi e adagiarsi nell’abitudine e nella comodità della routine quotidiana.

A volte sono le altre persone che sembrano far di tutto per impedire la felicità altrui, a volte invece sono vincoli nati direttamente nella nostra testa, nelle nostre insicurezze, che ci portiamo dietro da sempre.


  • Prima domanda per rompere il ghiaccio: chi è La Malcostume e cosa c’è all’origine di questo nome d’arte?

La Malcostume è il primo progetto musicale da solista di Marco Cardona, da Bologna. Dopo anni passati a suonare in band del territorio, ho deciso di iniziare questo nuovo percorso da solista, in modo da poter esprimere liberamente al 100% le idee e sperimentazioni musicali che avevo in testa.

Suonare in un gruppo è bellissimo, perché la condivisione dei momenti di creazione e interpretazione delle canzoni è sicuramente entusiasmante, ma credo che anche poter dar libero sfogo a quello che si ha in testa senza dover necessariamente trovare quegli inevitabili compromessi con gli altri sia un’esperienza da fare, perché ti permette di crescere senza poter fare affidamento su altri.

Il nome “La Malcostume” nasce in contrapposizione alla Buoncostume, un reparto della polizia di stato italiana che si occupava della difesa della pubblica morale.

Da qui, il passo successivo dell’inversione del nome è venuto spontaneo, essendo per me la libertà espressiva la cosa più importante di tutte: non ho mai sopportato tabù o censure, credo che ogni essere umano possa essere sufficientemente maturo e intelligente per poter sopportare qualsiasi opinione o manifestazione del pensiero, senza necessità che qualcuno debba proteggerci.

  • Qual è stata la tua formazione e quali sono gli artisti che ti hanno ispirato?

La mia formazione musicale è partita come chitarrista già da quando ero bambino, giù in Calabria, ed è poi proseguita qui a Bologna presso la Music Academy, che ho frequentato per tre anni per il corso di canto moderno.

Credo che ogni cantante dovrebbe anche imparare a suonare un qualche strumento, perché così può più facilmente entrare in sintonia con gli altri musicisti, comprendere meglio la struttura e l’armonia delle canzoni ed essere un po’ più indipendente nella fase creativa.

I miei artisti di riferimento sono abbastanza eterogenei, proprio perché ritengo che in ogni genere musicale ed in ogni epoca ci siano state delle belle canzoni e dei grandi artisti.

Se però devo indicare quelli che di più penso possano avere un’impronta sulla mia musica, ritengo che un mix tra Bruce Springsteen, gli Afterhours e Cosmo sia la risposta più corretta.

  • Prima di diventare La Malcostume hai fatto parte della band Bombay per quattro anni. Cosa ti porti dietro di quell’esperienza?

Anzitutto dei bellissimi ricordi, sia dei momenti in sala prove, che di quelli in studio di registrazione che di quelli in giro per l’Italia a suonare live.

Come dicevo prima, suonare in una band è sicuramente divertente e istruttivo, perché ti trovi a gestire i momenti belli e quelli difficili di una piccola comunità di persone, che per di più condividono uno dei momenti più intimi di un essere umano, ossia quello dell’espressione e creazione artistica.

L’esperienza coi Bombay, oltre che lasciarmi delle grandi amicizie, mi ha inoltre insegnato anche come meglio muovermi nell’ambiente del music business, e quindi le relazioni con i locali, i festival, la comunicazione e i social network, gli studi di registrazione, le etichette, ecc.

  • Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con “Dove credi di andare?”?

Il testo di “Dove credi di andare?” è quasi integralmente auto-biografico. A 17 anni sono scappato dalla mia terra d’origine, la Calabria, per andare a studiare e vivere a Bologna, dove ancora oggi vivo.

I motivi di questa mia emigrazione sono ovviamente tanti, ma credo che quello fondamentale sia l’incompatibilità tra il mio carattere e le mie aspirazioni da un lato, e quello che quella terra poteva offrirmi dall’altro lato.

E’ evidente però, d’altro canto, che, dopo tutti questi anni lontano dai luoghi della propria infanzia, uno un bilancio provvisorio inizi a farlo, e magari inizi a capire che forse non si può davvero scappare integralmente dai fantasmi del proprio passato, e che, anzi, scappare non è proprio la soluzione migliore, perché i rapporti che rimangono sospesi e irrisolti uno se li porta dentro a prescindere dal luogo fisico in cui si trova.

Da qui la domanda che dà il titolo al singolo nonché il messaggio che vorrei trasmettere: non sono i kilometri di distanza che ti salveranno dai tuoi problemi.

  • Cosa puoi raccontarci sulla scena musicale della tua città e come ti inserisci all’interno di essa?

Bologna è una città storicamente e notoriamente molto attenta ed aperta alla musica, basta solo scorrere la lista degli artisti che sono nati o comunque si sono formati o hanno vissuto qui.

Per di più, la sua posizione geografica aiuta moltissimo, in quanto si trova più o meno a metà strada tra Milano, Roma e Firenze, quindi è facilmente raggiungibile e ci si può facilmente spostare.

Ad oggi, probabilmente, il legame tra una città e la sua musica è meno intenso che in passato, in quanto internet ha creato piuttosto delle comunità virtuali di artisti e fan che si uniscono in base agli interessi comuni e non tanto in base alla collocazione geografica.

Resta però fermo che se in un certo luogo vi sono adeguate location dove poter esibirsi dal vivo, sicuramente quel posto possiede un vantaggio forte rispetto agli altri, ed a Bologna per fortuna la musica dal vivo è molto apprezzata.

Quando suonavo con i Bombay, facevamo parte di un collettivo di band che si aiutano a vicenda (che sia nell’organizzare eventi insieme, o nel raccogliere fondi, o nello scambiarsi musicisti e idee), ossia la Nuke Crew.

Adesso che opero da solista sto iniziando a costruirmi una mia nuova rete di collaborazione, e spero di iniziare a fare dei duetti con vari artisti (di Bologna e non), nonché di collaborare anche per le opere collaterali alla mia musica (ad esempio, la copertina del mio singolo è stata appunto realizzata da un pittore di Bologna, Dario Nanì).

  • Qual è l’elemento che non dovrebbe mai mancare in un pezzo firmato La Malcostume?

In realtà spero che non ci sia mai un elemento specifico inamovibile nelle mie canzoni, perché voglio proprio evitare di ingessarmi in un genere o in uno stile specifico.

Preferisco lasciarmi trascinare da qualsiasi ispirazione o intuizione che mi viene in mente, senza dovermi chiedere “Ma è coerente col mio personaggio?”, perché se quell’idea mi è venuta in mente allora comunque fa già parte di me.

Pertanto, probabilmente, l’unica risposta che posso dare a questa domanda è che non dovrebbe mai mancare l’imprevedibilità e la libertà artistica.

  • Quali saranno i prossimi step del tuo progetto?

Mi sto già organizzando per la registrazione del secondo singolo, che conto di far uscire (insieme al relativo videoclip) entro l’anno. Sento una forte urgenza espressiva, se potessi pubblicherei quasi una canzone al mese, ma ovviamente ci sono limiti di budget da rispettare!

L’importante è comunque non fermarsi mai!

La Malcostume nasce con nome anagrafico di Marco Cardona, nel novembre del 1989, in provincia di Reggio Calabria.

Dopo varie esperienze (sia live che in studio di registrazione) con la classica band adolescenziale, a 17 anni si trasferisce a Bologna per studiare, ma nel frattempo continua a suonare in svariate band della città (trovare la band giusta, come si sa, non è affatto facile, gli anni universitari sono anni di divertimenti e sperimentazioni).

Nel 2015 parte il progetto che segna la svolta dal punto di vista musicale, ossia il gruppo dei “Bombay”. I Bombay durano circa 4 anni, registrano un intero EP (“abat-jour”), 4 video, aprono concerti a gruppi da loro amati (come Il Teatro Degli Orrori o i Voina), ed in generale suonano in lungo e in largo per tutta l’Italia.

Dal 2019 Marco Cardona esce dal gruppo e si trasforma ne La Malcostume, il suo primo progetto musicale da solista. Nel giugno 2021, dopo essersi preparato nel bel mezzo della pandemia, esce finalmente il primo singolo “Dove credi di andare?”, accompagnato dal relativo videoclip (prodotto da On The Roar Productions), con la distribuzione di “(R)esisto Distribuzioni” e l’etichetta del MEI “Materiali Musicali”.

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Tags: Italia RockLA MALCOSTUME
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