“Four Corners” è il terzo album del cantautore folk/country vicentino Carlo Rizzolo disponibile su tutte le piattaforme musicali ed in formato fisico CD (digipack).
Tredici canzoni inedite (dodici in lingua inglese) con profonde radici nel classic rock, folk e country americano (Neil Young, Jony Mitchell, James Taylor e John Denver).
I quattro angoli del titolo “Four Corners” rappresentati nella copertina, simboleggiano i quattro punti di vista di quattro ragazzi che nel 1979 formavano la Goldiggers Band, di cui ancora oggi Carlo Rizzolo, voce e penna del gruppo, porta avanti a distanza di anni i sogni di gloria e le emozioni.
Non mancano i brani più personali dedicati al padre (“Not Only a Father”), al figlio (“Nuovo giorno”) o alla moglie (“You”), le riflessioni sul genere umano con le speranze e gli errori (“Skyline”, “Mother Nature”, “In the Pharm”) e l’autonalisi (“I’m a dreamer”).
Nel disco hanno suonato insieme a Carlo Rizzolo (voce/chitarra) anche alcuni grandi musicisti come Davide Pezzin (basso, tastiere – attualmente in tour con Ligabue ), Davide Repele (chitarra), Davide Danzi (batteria), Edoardo Brunello (sax), Cesky Rizzolo (banjo), Mattia Martorano (violino).
Registrato presso lo studio Sottoilmare di Luca tacconi.
13 tracce di un album ben arrangiato, dove le influenze country fungono da collante per comunicare le proprie emozioni e sentimenti dall’autore.
Un album variegato, dove si raccontano storie e battaglie epiche come quella di Toro seduto contro il generale Custere dedicata all’amico prematuramente scomparso Luigi Zuccheri (Sitting Bull).
Arriva il racconto sulla profondità del mare con la pace nella sua profondità degli abissi, il cui silenzio viene interrotto dal moto ondoso della sua superficie, il tutto in analogia con il nostro stato d’animo (Do you think I think).
Si passa a Mother Nature una sorta di dialogo tra l’artista e MadreNatura alla quale si rivolge per provare a rivolgere sincere scuse non opportunistiche di tutte le ferite e le offese che costantemente nei secoli l’uomo perpetra nei suoi confronti.
Il brano prende avvio come in una sorta di prorompente marcia (madrenatura col suo divenire incessante) interrotta dalla preghiera che culmina nella domanda fatale: “siamo ancora in tempo?” La parte finale del brano è una sorta di risposta “rabbiosa”, “scura” come di una potente tempesta che si abbatte sulla fragilità dell’uomo.
Con Skyline il ritmo sale, un brano con lo sguardo verso la linea dell’orizzonte”, che corrisponde all’insieme dei desideri coerenti con i nostri valori e con la percezione di noi stessi, dove l’autore parla idealmente con il genere umano, come in una sorta di invito a seguire le proprie ambizioni senza confonderle con quelle degli altri.
Con The advantage you have , ritorniamo a ritmi più lenti e soft. Un singolo dove traspare l’inno alla leggerezza di un ipotetico rapporto senza regole e barriere, la conquista di un amore, dove non ci sono né ori né interessi, solo lasciarsi andare.
Arriviamo alla più country e ritmica In the pharm, dove l’artista svela essere in atto sulla testa del genere umano ma anche del proprio ecosistema. Il tema trattato in una canzone stile volutamente bluegrass ha davvero poco di bluegrass, in termini di contenuti.
Take a look at the moon un brano nasce come una preghiera quindi in perfetto stile “gospel” di un uomo che alza il suo sguardo sin troppo orientato alle cose terrene, materiali ed effimere, per farsi ammaliare ed orientare da quella misteriosa madre di luce nella notte che chiamiamo “luna”.
Il brano You, dalla musicalità più pop, scritto all’indirizzo della moglie in una sorte di collage di qualità, caratteristiche, unicità che si intrecciano in un vortice volutamente “giocato” di parole che fanno intersecare tempo e spazio in modo singolare. Il culmine giunge nel ringraziamento di grande effetto finale quando l’autore associandola ad una stella la ringrazia per il dono immenso di tre figli che lo hanno reso così immortale nella ideale continuità di sé.
Si ritorno a ritmiche più brillanti con Not only a father , che chiude idealmente il trittico degli “affetti” principali del cantante “celebrati” i quest’album. Oltre al figlio (nuovo giorno) e la moglie (You) non poteva mancare il padre. Il pezzo trae letteralmente origine dalla dedica che l’artista impresse sul suo primo album “sorry for the late start”. In questo pezzo l’autore si sforza di far comprendere la statura di questo “uomo” “non uomo” così grande nella
sua umiltà e così buono nella sua infinita pazienza. Nel finale l’artista immagina una sorta di “razzo” che ascende verso l’infinito senza più barriere spazio-temporali ma con tutta la forza e la potenza del suo amore. La parte di sax nel brano accentua questi concetti, quasi come una voce supplementare a quella dell’artista.
Nuovo giorno, unico brano dal titolo e testo in italiano, è dedicato al primogenito Mattia, che vede al centro l’incontro tra un padre e il proprio figlio apertamente ostacolati nel frequentarsi per troppi anni a causa dall’assenza del buon senso. Il brano si compone di quattro immagini: nuovo giorno (l’incontro), nuove idee (come ricostruire un rapporto), nuovamente (il ritrovarsi) scende il buio (l’incomprensibile da cui lo squarcio: la verità). Il brano culmina con una vera e propria dichiarazione d’amore verso il figlio con un finale enigmatico ed anagrammatico: Ma ttia mo…..
Il brano “I’m a dreamer” è di fatto l’autoanalisi dell’artista che mette in risalto gli aspetti forse più infantili di se stesso e contemporaneamente i più preziosi. L’autore descrive in questo brano dall’anima blues non a caso, l’impossibilità di vivere senza un sogno “nel taschino”.
L’album si conclude con il brano, molto intimista, Time is a variable è un’ ideale chiusura di una “festa perfetta”: ai piedi di un caminetto scoppiettante imbracciando una chitarra per di più accompagnata da magistrale arte da un bassista d’eccezione come è Davide Pezzin.
In definitiva un album maturo e spensierato, che porta l’ascoltatore a seguirne le e storie e le emozioni raccontate nei brani, ti trasporta nel suo intimo personale con un sound molto gradevole e ben composto. Una musicalità che va oltre i propri gusti musicali, lasciandoti una piacevole sensazione dopo l’ascolto, che se ripetuto non stanca..al contrario stimola !
ALESSANDRO LONOCE

Carlo Rizzolo, di Bassano del Grappa (VI) è psicologo-psicoterapeuta di professione ma da sempre cantautore e chitarrista con l’America nel cuore.
In gioventù ha fondato insieme a Luigi Zuccheri la Goldiggers Band portando in giro diversi brani originali che poi confluirono nel suo primo album da solista: “Sorry for the Late Start” (2018, DSmusic).
Nel 2020 arriva la seconda prova “Green” (DSmusic), disco realizzato insieme alla band Rising Fall.
Le sue radici musicali affondano nel classic rock, nel folk e nel country americano con riferimenti a Neil Young, Jony Mitchell, James Taylor e John Denver. “Four Corners” è il suo terzo album previsto in uscita il 24 aprile 2024 e anticipato dai singoli “Not Only a Father”, “Sitting Bull” e la title track.
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