Si fa chiamare Aggie, ma il suo vero nome è Agnese. Viene dalla provincia, ha studiato sound engineering e fa la producer, è cresciuta a pane e musica emo, ma anche a pane e Tim Burton e sguazza da anni nel mondo della trap.
Tutto questo ci racconta lei stessa in Bimba, il suo nuovo singolo che arriva a un paio di mesi di distanza dal suo esordio discografico con il precedente Amo top.
Per capire meglio il suo mondo e districarci fra la selva di rimandi musicali e cinematografici presenti nel testo del brano, abbiamo scambiato due parole con Aggie.
Ciao Aggie! La prima cosa che vogliamo chiederti è questa: nella presentazione del brano si dice che usi la trap per “veicolare una sottocultura”. A quale sottocultura fai riferimento?
Faccio riferimento alla sottocultura che si può definire un po’ “misfit”, ovvero a quegli elementi di musica e cinema in particolare, che influenzano e affascinano i ragazzi e ragazze che finiscono sempre per essere etichettati come “quelli strani”.
Ad esempio la musica emo/pop punk/metalcore, i film di Tim Burton e in generale quell’estetica caratterizzata dal gusto per il macabro, un po’ “spooky”, di quelli che insomma vivrebbero tutto l’anno come fosse Halloween.
È una sottocultura che evidentemente ha avuto parecchie influenze anche sul testo della canzone: citi band e artisti come Twenty One Pilots, My Chemical Romance, Blink-182, così come molti personaggi dei film di Tim Burton… però poi il brano ha un sound trap. Come si mescolano questi due mondi apparentemente lontani?
Vi avevo avvisati! Con me bisogna aspettarsi l’inaspettato. La risposta è semplice, a me piacciono tanti generi diversi e risento dell’ispirazione di elementi che solitamente appartengono a mondi paralleli, ma nella mia personalità e nel mio modo di esprimersi si coinvolgono a vicenda.
Bimba è il risultato di più elementi, per l’appunto appartenenti a mondi diversi, che mi rappresentano e mi ispirano in pari misura.
A un certo punto del brano passi per qualche secondo dal cantato in italiano al cantato in inglese, dicendo “if you joke about safe sex, if you joke about suicide, get the fuck out of my sight”. Ci spieghi meglio questo passaggio e il motivo per cui lo canti in inglese?
L’inglese ogni tanto mi parte proprio spontaneo: molti dei pensieri che concepisco durante la giornata mi arrivano direttamente in inglese. Perciò buona parte dei testi che scrivo li scrivo in inglese: ho sfruttato il cambio della lingua in questa parte sia per creare uno stacco, sia per efficacia delle parole stesse.
È esattamente come dico: non sopporto e non mi fido delle persone che scherzano sul suicidio, e sull’autolesionismo, e sul sesso sicuro. Se appartieni a queste categorie, non abbiamo niente da dirci: levati dalla mia vista.
Bimba si discosta dal sound del tuo primo singolo Amo top, che era più sul genere de Il Pagante e Myss Keta. Come mai hai deciso di virare invece che produrre un altro brano più “simile” al precedente?
I due brani sono in realtà stati concepiti in momenti molto distanti, e ho scelto per entrambi il genere che meglio poteva racchiudere i significati per cui li ho scritti. Sono molto eterogenea nelle mie influenze anche a livello sonoro, e inoltre credo che l’EDM dello stile di Amo Top sia un genere difficile da portare avanti di per sé.
I tuoi singoli al momento sono interamente autoprodotti, scelta che probabilmente deriva anche dalle competenze che hai acquisito studiando sound engineering. Quali pensi che siano i vantaggi e gli svantaggi di una produzione “DIY”?
Le mie competenze come fonico sicuramente hanno facilitato di gran lunga il lavoro, ma la produzione e la scrittura sono mondi che ho dovuto esplorare ex novo. Il vantaggio è sicuramente stato avere tutti gli strumenti necessari per realizzare i miei pezzi persino durante un periodo come la quarantena da marzo a maggio.
Lo svantaggio può comparire dal momento che stai creando qualcosa basandoti unicamente sul tuo gusto, mentre solitamente un confronto con altri potrebbe mettere in luce degli elementi che non avevi calcolato. Se ti autoproduci, devi affidarti completamente al tuo istinto in sostanza.
Sappiamo che hai un buon seguito su TikTok! Come hai costruito il rapporto con i follower su una piattaforma nuova come quella rispetto ai social a cui siamo più abituati come Instagram?
Su TikTok tutto sta accadendo in modo molto frenetico! Se piaci alla gente cresci molto più in fretta rispetto a un social come Instagram; è una piattaforma molto creativa e mi piace come tanti giovani, e anche meno giovani, la usano per tirar fuori qualcosa di nuovo e per esprimere sé stessi.
È questo che crea il legame con i follower. È tutto molto immediato. Se mi dai qualcosa, ti seguo. Inoltre, c’è più attenzione sui post perché sono unicamente in forma video, e poi non c’è nulla di temporaneo, come invece accade per le storie su Instagram, Facebook e Snapchat.
Che desiderio o speranza hai per questo 2021 a livello personale ma anche musicale?
Innanzitutto spero di continuare a farmi conoscere tramite i miei pezzi, il processo di pubblicare la mia musica mi diverte molto e voglio sicuramente mettere fuori altri brani, oltre che continuare a scrivere. Mi piacerebbe anche aprirmi a delle collaborazioni con altri artisti o produttori, e continuare a mettermi in gioco.