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      Intervista a MARCO D’ANDREA: “con la musica ho ancora molto da dire, non solo nell’ambito metal , per questo è nato “Opera Rock”.

      15 Marzo 2021
      inConsigliato, Inediti, Interviste, News Italia, Video_2021
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      Intervista a MARCO D’ANDREA: “con la musica ho ancora molto da dire, non solo nell’ambito metal , per questo è nato “Opera Rock”.
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      Dopo l’ottimo riscontro ottenuto con il suo primo album Solista “EVERYTHING I HAVE TO SAY”, MARCO D’ANDREA, chitarrista e fondatore dei PLANETHARD, pubblica il suo II° ALBUM SOLISTA su etichetta RNC Music.

      Anche se già esisteva un embrione di questo lavoro, la decisione definitiva nasce con il primo lockdown dell’anno scorso, quando Marco riunisce (a distanza) un folto gruppo di chitarristi e cantanti Rock e Metal italiani, per registrare a scopo benefico l’inno di Mameli in una chiave diversa.

      All’inno di Mameli Rock, che comunque è inserito in “Opera Rock” e i cui proventi saranno sempre devoluti al Policlinico di Milano, fa seguito il singolo “Nessun dorma” che fa da ponte tra “Mameli Rock” e l’uscita dell’album.

      “Opera Rock”, se non si fosse ancora capito, é una rivisitazione in chiave rock di pezzi classici e lirici in cui la chitarra elettrica di Marco è l’elemento principale, seppur spesso accompagnato da validissimi musicisti.

      Marco D’Andrea, con Opera Rock ha voluto lanciare un trait d’union tra il mondo della musica rock e metal di cui è rappresentante da sempre (ricordiamo la partecipazione plurima con i Planethard al Gods of Metal, e i support slots a Gotthard e Scorpions, solo per citarne un paio) e gli insegnamenti dati dal suo diploma in chitarra al Conservatorio.

      L’uscita di “Opera Rock” viene battezzata dal singolo “Al chiaro di luna” e relativo video a effetto, che vede esibirsi insieme a Marco, una band interamente al femminile, dove viene ulteriormente sottolineato il collegamento tra rock e classica


      Links alle piattaforme digitali

      http://bit.ly/3kMCzco YouTube Music

      https://music.apple.com/it/album/opera-rock/1556107243

      http://spoti.fi/3qmw0OX

      https://www.deezer.com/it/album/211446942

      Ascolta cosa ci ha raccontato del suo album “Opera Rock” e le sue particolarità di chitarrista a 360°.


      Intervista di : Alessandro Lonoce


      CREDITI:

      Nessun Dorma 

      (Music by Giacomo Puccini, Arranged by Marco D’Andrea)

      Va Pensiero

      (Music by Giuseppe Verdi, Arranged by Marco D’Andrea)

      O Mio Babbino Caro

      (Music by Giacomo Puccini, Arranged by Marco D’Andrea)

      Al Chiaro di Luna

      (Music by Ludwig Van Beethoven, Arranged by Marco D’Andrea)

      Libiamo 

      (Music by Giuseppe Verdi, Arranged by Marco D’Andrea)

      Mameli Rock

      (Music by Michele Novaro, Arranged by Marco D’Andrea, Lyrics by Goffredo Mameli )

      Special Guest:

      • Andrea Braido (V. Rossi, Zucchero, Mina, F. Gambale, Marcus Miller)
      • Giacomo Voli (Rapsody Of Fire, The Voice of Rock)
      • Tommy Massara (Extrema, Rezophonic)
      • Masha Mysmane (Exilia)
      • Marco Pastorino (Temperance)
      • Toky (Virgin Radio)
      • Anna Portali (Tarja Turunen, Hardline)
      • Gianluca Ferro (Solo Artist)
      • Ralph Salati (Destrage, Solo Artist)
      • Giacomo “Giga” Gigantelli (Danger Zone)
      • Antonio Cordaro (Solo Artist)
      • Stefano Arrigoni (Planethard)
      • Axel Capurro(ANR)
      • Alex Draven (Ulvedhar)
      • Claudio Klod Brolis (The Stone Garden Band)
      • Alessandra Sancio (LAle)
      • Steve Michensia (Wings Along Road)

      La Donna è Mobile

      (Music by Giuseppe Verdi, Arranged by Marco D’Andrea)

      La Ci Darem la Mano

      (Music by Wolfgang Amadeus Mozart, Arranged by Marco D’Andrea)


      Ciao Marco  e benvenuto su ItaliaRock. Come stai?

      Bene grazie a te Alessandro e un saluto a tutti quelli che guarderanno questo video e tutti quelli che seguono appunto Italia rock.

      Grazie è un po che non ci vediamo, dall’ultimo tuo Mameli Rock siamo arrivati ad Opera Rock.Vedo che la tua passione per la musica classica nasce dai tuoi studi classici.

      In realtà guarda, ho una passione per la musica quasi a 360°, nel senso che come chitarrista, ovviamente, ho intrapreso un percorso sia come chitarrista elettrico che come chitarrista classico anche con una specializzazione in chitarra flamenco.

      La musica classica l’ho sempre adorata tant’è che i musicisti hanno sempre posto l’occhio preso molti elementi dalla musica classica, che poi sono andati in sé anche nei contesti moderni.

      Perciò è una forma musicale molto particolare, è vero è classica, quindi legata al passato, è molto tradizionale, però ha in sé il germe di tutto quello che si va a fare oggi come oggi la musica rock e metal.

      Dal famoso “Mameli Rock”,  devoluto in beneficenza al Policlinico di Milano hai interposto il “Nessun dorma”. Sembrerebbe voluta la scelta del nome per mantenere svegli i tuoi fan in questo periodo, quasi a dire “non vi addormentate” !

      In questo periodo è una cosa un po più da generalizzare perché ovviamente stiamo vivendo tutti un periodo abbastanza particolare delle nostre vite.

      “Nessun Dorma” è stato un po il collante tra il rock e quello che ho fatto, “Ok Ok” facciamo un album solista diverso rispetto al precedente anche perché come ben sai sono il chitarrista e fondatore dei PlanetHard e quando hai una band, hai delle teste che bisogna cercare di mettere insieme.

      Dato che con la musica, per fortuna, ho molto da dire, non soltanto legato all’ambito metal quindi è nato Opera Rock.

      Ne è un esempio perché cerco di letteralmente incrociare le mie influenze della musica classica e della musica moderna.

      Infatti le composizioni di questo album sono dei brani classici riarrangiati in chiave moderna e “nessun dorma” ti dirò, è la composizione alla quale sono maggiormente legato, perché è un’aria talmente bella, talmente famosa, tratta dalla Turandot di Puccini, che ho deciso di arrangiare la sola chitarra.

      Infatti stasera ti faccio sentire la composizione come l’ho arrangiata per chitarra, senza strumenti, oltre alla chitarra perché mai in questo modo si vince proprio l’anima viscerale della melodia di Giacomo Puccini.

      Nel finale ci sarebbe con quel “vincerò” famosissimo alla Pavarotti, dove stai strizzando le ultime note della chitarra.

      Che difficoltà hai avuto a fare un brano così?

      In realtà molto dal punto di vista espressivo, ce ne sono ovviamente, ci sono delle azioni tecniche che fanno la differenza, molto dal punto di vista interpretativo e espressivo come difficoltà, perché sai, il chitarrista si differenzia spesso per la stessa parte. 

      Alcune sezioni anche se non in quattro quarti, ho usato tempi di cinque quarti, in tempi anche polifonici, ciò è un po più difficoltoso, come dici giustamente la parte finale proprio dove quasi si congiungono le mani.

      Diciamo che mi sono molto divertito, sono molto legato perché come ben sai, l’Italia è famosa nel mondo, non soltanto per la pasta e la pizza, ma anche per la musica classica, perché tutt’oggi nei conservatori italiani abbiamo il vanto di ospitare molti studenti che arrivano dall’Est in particolar modo dall’Oriente.

      Abbiamo visto il video di “Al chiaro di luna”. Un’altra bella opera classica di Beethoven. Interpretato, noto con piacere, da una bella band di sole donne: è un inno alla bellezza femminile o hai voluto questo set per questo brano? 

      Guarda in realtà è nata un po in maniera spontanea la scelta di avvalermi di una band tutta al femminile, per la realizzazione di questo videoclip, perché non molti sanno, che dietro la classica Moonlight sonata di Beethoven, a cui è stato dato questo nome da chi ha catalogato le sue opere, quindi non da Beethoven stesso.

      Beethoven l’ha classificato come Sonata semplicemente in Do minore, io l’ho arrangiata per chitarra in La minore per un discorso di tonalità.

      In realtà questa suonata, Beethoven l’ha composta per la contessina Guicciardi sua allieva, della quale si era innamorato. Essendo lei una contessa e lui un musicista, quindi la parte più bassa della società di quell’era, succedeva che il loro rapporto d’amore lo potevano consumare soltanto all’interno delle mura domestiche.

      E quindi leggendo sotto quest’ottica la biografia di Beethoven, ovviamente la si interpreta in un altro modo.

      Quindi ho voluto rendere omaggio anche all’eleganza del brano ed ho associato l’eleganza alla donna.

      Le ragazze che sono musicisti oltre che anche delle gran belle ragazze. Infatti mi permetto anche di nominare per fare un pò di pubblicità.

      Se tu vedi il video, si nota sulla mia sinistra la sezione classica, c’è il pianoforte suonato da Ekaterina Dolgasheva una ragazza russa, con la sua amica Alise Popova alla chitarra classica, mentre sulla mia destra c’è invece la sezione un po più moderna. Abbiamo Martina Nixe Rivala chitarrista delle Killin’ Boudelaire alla chitarra ritmica e alle armonizzazioni. Poi abbiamo il basso di Elena Duda Scanabessi e alla batteria Alessandra Pozzi che fa parte di un tributo femminile ai Red hot chili peppers.

      Noto con piacere che oltre a questa scelta, abbastanza ardua di fare classica con l’affiancamento rock, sei anche uno che si documenta e non fa le cose improvvisate.

      Ti dirò, che anche quando studiavo in Conservatorio, il mio pensiero maggiore nello studio delle composizioni era sempre cercare di capire, oltre a studiare la composizione di per sé, cercare di capire la scintilla che nasceva nel compositore e che lo portava a scrivere queste composizioni, che è la cosa secondo me, in ambito classico danno molto per scontato, però se le guardi da questo punto di vista, le riesci a interpretare anche sotto un’altra lettura.

      Non a caso, al chiaro di luna è uno dei pezzi più famosi al mondo e uno dei pezzi più belli e anche più apprezzati al mondo, proprio per questo.

      Proprio per questo brano “al chiaro di luna” ho visto che hai lasciato la base più classica rispetto agli altri arrangiamenti che hai fatto. Perché proprio questo pezzo e non gli altri?

      Guarda, guarda in realtà è venuta spontanea la composizione perché ho voluto dare un taglio comunque molto più rock a questo album rispetto a quello che appunto dicevo prima faccio con i Planet Hard o con il primo album solista, che è sempre legato al mondo del rock ma in maniera minore.

      “al chiaro di luna” ho cercato di snaturare il meno possibile. Ho cercato soltanto di interpretarla dal punto di vista delle melodie, cercando di danzare se vuoi con la melodia di Beethoven, inserendo anche il mio stile. Infatti ci sono dei passaggi, come si è visto prima nel video, che sono molto particolari se vuoi strizzano l’occhio in direzioni diverse.

      Parlando in generale di tutto l’album Opera Rock, hai scelto 5 italiani tra Verdi e Puccini e due tra Beethoven e Mozart. Hai seguito un filo conduttore nella scelta di questi o ho scelto casualmente quelli che più ti hanno colpito nei tuoi studi?

      I realtà è più la seconda, ho scelto apposta le Arie che maggiormente sentivo mi e che già al primo ascolto sono riuscito a immaginare in un contesto, in un’ottica diversa, rispetto a quella attuale.

      Fai conto che il mio compositore classico in assoluto preferito è il pianista francese Claude Debussy, che volutamente non ho voluto inserire all’interno di questo disco, perché lo vedo talmente inarrivabile nel suo stile che mi voglio godere la sua musica, non ché se la suono non me la godo, però ma la voglio godere ascoltando, perché se suoni un po la catturi e diventa tua, invece non voglio che sia mia, voglio che sia nell’aria, esattamente come la fa lui.

      Ti volevo chiedere appunto delle tue composizioni, in questo caso di classica che hai arrangiato, se c’è qualche compositore in particolare che non hai voluto o potuto, al di là di Debussy, che avresti scelto?

      Beh ce ne sono tanti!

      Ovviamente sai dovendo coniugare il mondo classico con il mondo della musica moderna, ho scelto quelli che un po più si avvicinavano mai in quella direzione. 

      Poi ci sono ovviamente tantissimi compositori e avrei dovuto fare un concept album, non solo di un disco ma di una collana, per riuscire a metterci dentro tutti 

      Verdi Puccini come sei arrivato a loro?

      Perché sono delle aree talmente belle, talmente nella testa di tutti, che lavorarci sopra è stato anche una sfida. Sai, uno poteva fare ad esempio il volo del calabrone Rimskij-Korsakov, però c’è poco da aggiungere, sono tre miliardi di note. 

      Quindi ho cercato di prendere quelle arie  che davano un po più di respiro e dentro quei respiri li rimpevo con con la mia interpretazione.

      A proposito di coinvolgimento di altri musicisti come hai fatto per Mameli rock, con la collaborazione di chitarristi e musicisti in generale, molto validi, alla tua altezza. Che collaborazioni hai voluto cercare in questo album?

      In questo album tutti i lavori di produzione ormai li sto facendo qui da me.

      Quindi questo album l’ho registrato tutto quanto qui, le chitarre, i bassi, i sintetizzatori e le tastiere. Le batterie invece, le ho scritte e le ho fatte registrare a un mio carissimo amico che si chiama Giorgio Tagliaferri, un ottimo e valente batterista, tra l’altro nell’ambiente classico, perché suona in diverse orchestre ed ha suonato anche nell’orchestra che ha accompagnato Bocelli all’Arena di Verona. Perciò, non è proprio il primo che passa, essendo un mio carissimo amico ho voluto coinvolgerlo in questa cosa.

      Anche perché, come ti dicevo l’altra volta, ogni volta che incontro lui, mi porta sempre qualche specialità tipica delle sue parti e quindi fa sempre piacere.

      In questo periodo siamo un po fermi, come ti stai comportando tra gli arrangiamenti classici e i tuoi Planethard. Stai progettando qualcosa con loro?

      In realtà stiamo preparando il quarto album della band, abbiamo giusto ufficializzato oggi Andrea Bovolenta il nuovo bassista della band. 

      Abbiamo fatto un cambio di linea-up nel mentre, fai contro che l’album è pronto, ed ha delle sonorità che sono molto metal e con le chitarre molto aggressive.

      L’unico ostacolo che abbiamo avuto è il discorso lock-down, perché non vivendo tutti nella stessa regione, è stato abbastanza complicato il trovarsi, perché magari quando poteva uno, c’era l’altra regione in rosso e quindi non poteva uscire.

      E’ stato veramente una sofferenza, adesso in teoria, dovremmo essere a fine delle registrazioni, perciò contiamo entro la fine dell’anno di dare ufficialmente la luce al nuovo album.

      Poi fai conto che, oltre ai Planethard, come ben sai, sono insegnate di musica e produttore artistico, perciò sto seguendo anche un’artista, che sta uscendo in questo periodo e ad aprile uscirà con il suo primo album solista che si chiama NIna e giusto qualche giorno fa, è uscito un suo singolo, per il quale ho chiesto lo special guest a Giacomo Voli dei Rhapsody of Fire, con cui ho collaborato appunto nel progetto “Mameli Rock”. C’è questo duetto molto bello con NIna e Giacomo e poi c’è tutta la parte strumentale suonata da me.

      Dove possiamo vedere e comprare il CD?

      E’ uscito per Rnc Music. Lo si trova in tutti gli store digitali e da oggi è anche disponibile fisicamente nel sito di Self Distribuzione perciò, chi vuole, lo può anche avere, io sono molto vintage e da questo punto di vista non mi piace ascoltare la musica con Spotify, preferisco sempre la qualità del CD o addirittura del vinile, anche se mi rendo conto che non puoi andare in giro col vinile in tasca, perché magari il vinile riesce a portarlo al supporto dove sentirlo che pareva bello allora replicato senti di

      Ti lascio con questa domanda classica di questo periodo post Sanremo. Come visto la vittoria del rock. Finalmente dopo n mila anni a questo festival?

      A parte un riff della madonna che hanno scritto, vedo la vittoria di Maneskin come la vittoria della musica Rock appunto, hai detto bene, son contento perché finalmente Sanremo apre le porte anche un genere che è sempre stato considerato un po di nicchia

      Poi sai possono piacere e possono anche non piacere. Però c’è della qualità in quella band e il fatto che abbiamo vinto Sanremo con un pezzo molto rock molto aggressivo, perché la chitarra è proprio struggente, è la vittoria di tutti noi, perché spero tanto che le nuove generazioni prendono in mano la chitarra, basso e continuino a suonare, perché purtroppo oggi si è un po persa questa cosa. La maggior parte della gente vuole fare i Dj, con tutto rispetto per la categoria dei dj. Però sai, ovviamente, fare il dj non è suonare uno strumento e mettere insieme pezzi di musica e farne una pseudo melodia

      Io penso alla musica rap è un genere musicale però, sai riesco a sentire una canzone e già la seconda mi annoia. Questo bisogno di vibrazione non le porta nessuno se non una chitarra.

      Ti ringrazio di questa intervista e speriamo di vederci in giro prossimamente e buon Rock a tutti !!

      Grazie. Ringrazio tutti quanti quelli che seguono ItaliaRock, seguite sul mio sito Marco D’Andrea, sono anche presente su Facebook e Instagram e su youtube. Trovate i due videoclip che abbiamo visto prima ed anche quello di Nessun dorma, che tra l’altro è stato girato con la mia compagna che c’è nel video, perciò ho dovuto fare questa cosa un po particolare.

      Grazie a tutti. Ciao !!


      FACEBOOK – WEB

      Tags: Italia RockMarco D'AndreaRnc Music
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