In occasione del loro ultimo album “A luci spente“, abbiamo incontrato i PROFUSIONE. Leggi cose ci hanno raccontato di sé e dell’album.
D: Un album di Rock ed Energia. Perché “A luci spente”…..quasi contraddittorio?
R: “A luci spente” è un album molto particolare, soprattutto per le condizioni ambientali in cui è stato preparato e registrato. I due anni di pandemia sono entrati prepotentemente nelle nostre vite, cambiandone parametri e tempi. Ovviamente la musica non ha fatto eccezione.
Ci siamo ritrovati a registrare e lavorare sui brani a singhiozzo, schivando divieti e restrizioni, dandoci appuntamenti che non sapevamo se avremmo potuto rispettare, discutendo di idee che nell’incontro successivo avevano già preso un’altra strada.
Eppure proprio questa situazione ha contribuito all’energia che abbiamo provato a trasmettere. Ad un certo punto questo album DOVEVA uscire, eravamo determinati e decisi a dare voce a quest’urgenza! Presentarlo il 10 giugno è stata una sorta di liberazione!
Partendo da questa esperienza abbiamo deciso di chiamare l’album “A luci spente”, proprio per dare un nome alla sensazione che sentivamo mentre andavamo avanti, non solo con il lavoro in studio, ma più in generale nella nostra quotidianità.
Anche la copertina prende spunto da questo concetto. Una lampadina che esplode, la luce che scompare, il dover avanzare a tentoni non sapendo se la strada che hai intrapreso è quella giusta o sarai costretto a cambiarla di nuovo.
D: Dall’ultimo album “Metabolizzare” del 2018 a questo del 2022, quanto avete metabolizzato artisticamente in questi anni difficili per la musica in generale?
R: “Metabolizzare” è stato un album importante, perché è stato il primo ad uscire con la collaborazione di un’etichetta. L’esperienza è stata costruttiva, nel bene e nel male e in ogni caso ci ha aperto gli occhi su come vadano un certo tipo di situazioni. Artisticamente ci ha dato ancor di più la spinta ad andare per la nostra strada senza farci condizionare da niente e da nessuno. Abbiamo curato ogni aspetto dell’album, della preproduzione, alla registrazione dei brani, al master, alla veste grafica. Sentiamo questo lavoro nostro al 100%. Come ti dicevo nella domanda precedente la pandemia ha influenzato le vite di tutti, ma nonostante tutto la musica è ancora un faro da seguire, ancora una valvola di sfogo vitale.
D: Quanto c’è di personale in questo album e cosa rappresenta per voi questo ritorno sulla scena discografica?
R: penso che si sia capito dalle risposte date in precedenza che in questo album c’è moltissimo di noi, di quello che pensiamo, del nostro modo di vedere la realtà che ci circonda. È un album che è diventato quasi terapeutico. Abbiamo racchiuso in 10 brani tutto ciò che abbiamo vissuto in questi due anni e pubblicarlo ci ha dato la sensazione come di esserci tolti le catene, come di esserci tolti il bavaglio!
D: Avete una storia ventennale, cosa vi ha reso uniti in tutto questo periodo?
R: La line up attuale non è quella originale. La band è stat formata da me (Fabrizio chitarra e voce) nel 1999 e in questi anni ci sono stati vari avvicendamenti. La formazione che ha registrato l’album suonava insieme dal 2014. A lavoro ultimato il nostro batterista ha deciso di seguire altre strade e quindi i live li stiamo facendo con un nuovo elemento.
D: Che musica ascoltano i Profusione e quali sono le vostre influenze artistiche?
R: I Profusione ascoltano di tutto, ognuno con i suoi gusti e le sue preferenze. Ovviamente il rock è il territorio nel quale ci incontriamo e che rappresenta il nostro linguaggio naturale. Le influenze musicali sono varie e non ci piace fare elenchi di gruppi. Quando ci chiedono che genere suoniamo rispondiamo alternative rock che fondamentalmente vuol dire tutto e non vuol dire niente. Ci piacciono le chitarre distorte e le atmosfere cupe. Ci piace andare veloci, ma anche costruire trame avvolgenti. Ci piace fare rumore ma nell’album ci sono due brani che si muovono intorno alla chitarra acustica e un violino che spunta all’improvviso in uno dei pezzi più tirati. In generale scriviamo canzoni e seguiamo la strada che ci sembra più opportuna per valorizzarle.
D: Come nascono i vostri brani, prima testo o musica?
R: Il processo creativo della band è sempre lo stesso da anni. Io (Fabrizio) porto in sala delle idee più o meno strutturate, diciamo uno scheletro dei brani. Poi in sala cominciamo a farle girare e con l’apporto della sezione ritmica i pezzi prendono forma, raccogliendo le idee e gli input di tutti. E’ un momento molto stimolante, perché ognuno si avvicina al brano in modo del tutto personale ed è molto bello quando tutte queste idee confluiscono in quella che diventerà la struttura definitiva.
D: Che importanza date ai live, rispetto alla sala di incisione?
R: L’aspetto live è sempre stato al centro del progetto Profusione. Il concerto è il momento in cui il tuo lavoro arriva davvero al pubblico. È il momento in cui ti rendi conto se i brani funzionano e in che modo; capisci se quello che avevi intenzione di comunicare riesce davvero ad arrivare a chi ascolta. I nostri album hanno un suono molto grezzo ed essenziale perché cerchiamo di ricreare l’impatto e l’immediatezza di un nostro live.
D: Progetti futuri?
R: Dopo questi due anni così complicati ci auguriamo innanzi tutto di poter suonare con continuità senza doverci fermare. Quindi abbiamo intenzione di portare in giro il nuovo album facendolo ascoltare a più persone possibile e, allo stesso tempo, cominciare a lavorare sui nuovi brani!
TRACK BY TRACK
COME ORA:
è il brano che apre l’album e che punta a far entrare l’ascoltatore nelle atmosfere dell’intero lavoro. Il ritmo è serrato, con basso e batteria che trainano senza pause e la chitarra distorta che sottolinea i momenti più violenti. Un giro di basso distorto che fa da tappeto alla voce precede l’entrata del ritornello dove il cantato ripete quasi ipnotico il concetto trainante del brano: niente sarà mai più come è adesso.
DIFENDERSI DA TE:
è un brano di rottura che da voce all’esasperazione. Poche frasi ripetute per dare un senso della distanza che si vuole prendere da tutto il resto. Il concetto espresso dal testo è molto semplice: non provare ad aiutarmi, perché nessuno può difendermi da quello che sono. Il ritmo è incalzante con un intermezzo noise che riporta il brano verso il ritornello.
CAMBIARE PELLE:
è un mid-time avvolgente dove le atmosfere scure la fanno da padrone. La band sottolinea il cantato nelle strofe fino all’apertura distorta del ritornello. È un brano che parla dell’essere consapevoli di quello che si è, nel bene e nel male. “Ciò che sei ti condanna, come quello che non sei”è la frase di chiusura.
A LUCI SPENTE:
è il brano che da il titolo all’album e che abbiamo scelto per sintetizzare i due anni appena trascorsi, l’assenza di certezze e l’impossibilità di fare programmi. Un percorso da fare al buio, senza appigli, in cui sei solo e spogliato di tutte le tue difese. L’atmosfera è avvolgente e rarefatta, con un lungo intermezzo strumentale che precede il finale, che ritorna lentamente al silenzio iniziale.
UN BUON MOTIVO:
è una canzone di rottura, sull’impossibilità di adeguarsi e sulle conseguenze che questo comporta. Il sentirsi bloccato, quasi in gabbia, stretto tra quello che si è e quello che converrebbe essere. Il ritornello, volutamente leggero, quasi allegro, ribadisce, con un tono quasi canzonatorio, la non volontà di uniformarsi. Il brano rappresenta fedelmente le sonorità della band. E’ un brano tirato, nervoso, con il cantato che cerca di farsi strada tra le trame costruite dagli strumenti. Il ritornello è un’apertura improvvisa nel quale l’intensità si abbassa per far strada al testo quasi cantilenante, prima del finale, di nuovo tirato, in stile punk.
CADO DA SOLO:
rappresenta una breve pausa all’interno dell’album. È un brano chitarra e voce registrato a casa e poi inserito senza ulteriori ritocchi. I rumori di fondo sono lasciati appositamente per dare il senso del momento, della quotidianità. Il testo rappresenta quasi un pensiero che affiora all’improvviso: il rendersi conto che qualcosa è cambiato, che qualcosa si è rotto.
HO IMPARATO A RIDERE:
chitarra e batteria incalzanti accompagnano le strofe con il basso che sottolinea ogni crescendo, fino ad un ritornello che permette al brano di aprirsi. Un intermezzo arpeggiato sembra spostare l’atmosfera in altri territori, prima del ritorno alle sonorità serrate dell’inizio. Il testo prende spunto dai fatti di cronaca riguardanti l’immigrazione e le tragedie dei naufragi dei clandestini, sottolineando l’impassibilità e la passività con il quale vengono accettate queste situazioni dalla gente comune.
IL TUO COLPO MIGLIORE:
il brano si muove sull’alternanza di accordi pieni e arpeggi, che accompagnano i concetti espressi dal testo. Si parla della sensazione di non riuscire mai a giocarsi in pieno le proprie possibilità, come prepararsi da sempre per una partita, senza riuscire mai a giocarla veramente. Un intermezzo strumentale divide i due ritornelli in cui, con un pizzico d’ironia, ci si chiede se l’idea di essere stato migliore di così sia reale o solo frutto di un ricordo confuso.
I MIEI COMPLIMENTI:
sonorità anni 70 per un brano che si snoda intorno ad un testo tra il rabbioso e l’autoironico. La frase scandita a ripetizione alla fine del brano è un messaggio a tutti: a chi non ha capito,a chi non ha ascoltato, ma anche a chi forse non ha saputo spiegare.
FACCIAMOCI UN BAGNO NELL’ACIDO:
il brano che chiude il lavoro si muove su un giro di chitarra acustica e sull’entrata di effetti che tendono a far diventare claustrofobica l’atmosfera generale. Si parla dell’esigenza che si sente, a volte, di farsi scivolare tutto addosso, di pulirsi da tutto quello che ci appesantisce.
Profusione sono una rock band di Roma formatasi nel 1999. Fin dall’inizio lo scopo del gruppo è stato quello di portare la propria musica nella dimensione live e nel corso del tempo questo è un obbiettivo che non è mai cambiato.
In questi anni i Profusione si sono impegnati in un’intensa attività live. La costante e perseverante presenza sui palchi dei maggiori locali della capitale li ha portati ad essere parte integrante del panorama underground romano.
La band ha prodotto anche tanta musica: quattro demo, “L’errore più bello” (2001), “Fastidio” (2002), “Liberarmi” (2005), “Strategie contro il vuoto” (2009), e due album, ), e due album “Nessuna Rivoluzione in arrivo” (2015) e “Metabolizzare” (2018).
Non sono mancate le soddisfazioni. A marzo del 2011 due brani dei Profusione sono stati inseriti nella compilation della rivista “Il Sottosuono” che si occupa delle realtà del rock romano. Inoltre alcuni dei loro brani sono stati inseriti nella programmazione di diverse radio: Radio Rock, Radio Meridiano 12, Radio Città Aperta, Radio Onda Rossa, Radio kaos, Radio Torino Popolare (Torino), Radio Città del Capo (Bologna) e radio CL1 (Caltanissetta).
Nel 2014 c’è un cambio di formazione nella sezione ritmica, ma la band si rimbocca le maniche e produce ancora più musica. Uscirà solo qualche mese più tardi il loro primo album, “Nessuna rivoluzione in arrivo”.
A dicembre 2018 i Profusione iniziano una collaborazione con la Seahorse Recordings e danno vita al loro secondo album, “Matabolizzare”.
La pandemia costringe la band a un piccolo stop, ma dopo due anni finalmente i Profusione tornano con le chitarre in mano. Il 20 aprile esce “Un buon motivo”, il nuovo singolo della band che anticiperà l’uscita del loro terzo album.