SABIA è il peggiore dei tuoi cattivi pensieri, la più irresistibile delle tue tentazioni.
“Cattivi pensieri, che s’insinuano nei buchi del cuore, al riparo dal tuo sguardo da ragioniere sempre pronto a centellinare occasioni per dirti altri no. Cattivi pensieri, che fanno la tana dove non c’è luna, nel buio degli angoli più sudati e ansimanti della tua perversione. Cattivi pensieri, che rendono fragili i tuoi limiti e indicano i confini di sogni che di notte cerchi, che di giorno disprezzi. Cattivi pensieri, che non sanno andarsene proprio come te, fermo ad aspettare l’ennesima occasione per sentirti più vivo, cedendo alla somma di tutte le tue tentazioni.”
SABIA è il profeta superstite di una galassia in cui Giorgio Moroder siede alla destra del Dio dei sintetizzatori, e Alan Sorrenti scrive i comandamenti di un mondo che sappia ancora orbitare in direzione ostinata e contraria ai moti delle mode e del tempo. SABIA è il flusso d’incoscienza che si annida intorno alle valvole di amplificatori d’instabilità, sui tasti più dolenti che la società non smette di provare a sbiancare, arrampicandosi su scale sconosciute a chi non ha mai avuto il coraggio di spingersi oltre la porta del proprio Cerbero personale, danzando con passo di tango sulla testa addormentata di Bacco e delle sue ancelle. SABIA è il caos che si specchia nei cocci di quel che resta delle macerie del passato, tenendo stretto in mano il cuore pulsante e vivo di un futuro che ha radici antiche.
SABIA è l’Anti-Hype Star, un bug del sistema dove hype-è-ciò-che-hype-non-è.