E’ uscito venerdì 10 settembre 2021 per Lost Generation Records (e in distribuzione Believe) Witch Lust, il nuovo singolo di Anna Soares. Witch Lust è un brano che celebra la potenza dell’energia femminina e la magia sessuale.
La donna è strega, agisce sulla realtà controllandola e plasmandola, e questo richiama anche la sfera del BDSM in cui una delle due parti è dominante rispetto ad un’altra.
L’estetica e il sound si rifanno ai riti tribali legati al sacrificio, la struttura è ciclica, ogni fine è un nuovo inizio, e il testo oscilla continuamente tra inglese e francese.
Ecco cosa ci ha raccontato!
- Come spiegheresti il concetto di “BDSM music”? In che modo ti rappresenta?
Mi piace pensare alla BDSM music come un qualcosa di libero dagli schemi legati al genere musicale: nell’elettronica spesso è difficile definire le linee di confine tra un sottogenere ed un altro, così ho pensato che quel che più mi interessava era essere un punto di riferimento per la comunità BDSM (italiana e non), e definire il genere sul concetto piuttosto che sul sound.
Così come nel BDSM, nella musica mi sento libera, e forse questo è il principale motivo per cui mi sento rappresentata dalle mie creazioni, oltre che ovviamente il piacere stesso della scrittura.
- Credi sia importante essere più liberi sessualmente, per avere anche un buon riscontro nelle proprie opere artistiche?
Credo sia fondamentale raggiungere una propria libertà interiore, un monito al non smettere di essere ciò che sentiamo di essere. Quando si superano i dogmatismi e i pregiudizi quella libertà diventa una rivoluzione: sessuale, artistica, individuale, collettiva.
- Tra i tuoi riferimenti anche i Radiohead e Bjork. Come ti sei avvicinata al mondo dell’alternative, e quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Come ogni adolescente curioso, ad un certo punto ho capito che la musica che passavano in radio non mi attirava, percepivo una standardizzazione che sapevo, non poteva essere propria di tutta la musica.
Questo mi ha portata a esplorare ed ascoltare una quantità di generi immensa. Se dovessi pensare agli artisti fondamentali per la mia crescita ci sarebbero sicuramente i Pink Floyd, The Cure, Battiato, i Massive Attack, Trentemøller.
- Come nasce un brano di Anna Soares? E un album?
Sono molto istintiva nella scrittura. Voglio esprimere un mood, un concetto attorno al quale giri il suono, le parole, i sussurri, le costruzioni armoniche. Poi capita che si accumulino un po’ di brani, capita che senza rendermene conto io abbia creato un filo rosso tra questi, che insieme siano parte di un discorso, come delle coordinate all’interno di una frase. I dischi sono come i discorsi, non sei certo di come saranno finché non li concludi.
- Come stai in questo momento? Quali sono i prossimi passi del tuo progetto?
In questo momento sono piena di voglia di mettermi in gioco, è un periodo di cambiamenti, ridefinizione di equilibri e di standard. Quasi come se fossi sull’orlo di un burrone, i prossimi passi sono decisivi. Voglio dedicare tutte le mie energie alla creazione, alla condivisione, ad esibirmi e creare connessioni di valore.

Cantante, cantautrice e producer, studia canto lirico, jazz e sperimentale, piano jazz per passare successivamente ai synth.
Dopo due anni di collaborazioni con artisti dislocati in varie parti del mondo, sperimentazioni di songwriting e di produzione, plasma un nuovo genere sonoro a sfondo BDSM, reinterpretando gli schemi canonici dell’elettronica.
Le sonorità dark si miscelano con testi che evocano la sacralità dell’universo sessuale. Ha sviluppato una naturalezza e maturità nelle performance riconoscibile ed ipnotica grazie all’esperienza nei live dal 2014 tra club ed eventi.
Il background stilistico attinge da artisti quali i Massive Attack, Portishead e Burial, pur evocando nella voce reminiscenze di matrice jazz.
L’estetica si rifà invece a quelli che sono gli elementi della comunità kinky e dalla cultura del boudoir.
by CONZAPRESS