Caravaggio è Andrea Gregori. La sua carriera inizia più di 10 anni fa, parte come frontman dei Godiva, rock band, per poi continuare in solitaria.
Un periodo di esperimenti e difficoltà dovuti ad una malattia che colpisce l’artista: la distonia spasmodica
Si tratta di una sindrome che colpisce i muscoli della laringe fino a impedire alla persona anche solo di parlare. Nonostante i medici affermino che non ci sia una cura, lui non si è arreso. Ha creduto in se stesso ed è riuscito a guarire grazie ad un percorso olistico e alla sua ostinata forza di volontà.
Andrea torna a cantare e nasce così Caravaggio. Artista instancabile, pubblica diversi singoli che riscuotono grande successo tra pubblico e addetti ai lavori. Il suo penultimo brano “Le cose che abbiamo amato davvero” viene inserito anche nella compilation di Rockit.
Pandemia o non pandemia a Caravaggio non importa. Lui non lascia soli i suoi fan, infatti il 1 febbraio 2021 è uscito “Il cielo su Mulholland Drive“.

Chi è Caravaggio e cosa vuole raggiungere al suo passato di ex frontman della ban dei godiva ?
Oggi mi sento un artista maturo, sereno, ho molti meno limiti di quando ero più piccolo. La cosa che mi diverte è sperimentare soluzioni sempre nuove e scoprire nuovi aspetti della mia arte. Non rinnego il passato, i Godiva sono stati la mia famiglia per molto tempo ma oggi il mio sguardo è rivolto al futuro.
2) Oltre ad essere una strada famosa, cosa rappresenta per te la strada di “Mulholland Drive” ?
“Mulholland Drive” è per me una via lastricata di sogni scintillanti, di grandi speranze, per dirla alla Dickens. Un luogo di promesse che spesso si rivelano illusorie e fallaci. Mi ricorda un po’ la società tecncratica e iper connessa in cui viviamo; talmente globalizzata che, per assurdo, ci sta portando all’isolamento. Da un po’ di tempo anche alla distanza fisica.
3) Desideri che la tua musica rimanga sempre uguale e distintiva o ti andrebbe di scoprire nuove sonorità?
Non riesco a stare fermo su un genere troppo a lungo purtroppo. Dico purtroppo perché il mercato al contrario vorrebbe gli artisti sempre uguali a loro stessi, specie se di successo. Diciamo che delle leggi del business me ne sono sempre un po’ fregato.
4) L’uso della lingua spagnola nei tuoi brani, da dove nasce?
“El amor vale” è stato un semplice esperimento, nulla più. Ho degli amici in America Latina che da tempo mi chiedevano un brano nella loro lingua e l’idea di sperimentare mi incuriosiva. Ho preso una mia vecchia canzone e l’ho registrata in spagnolo, in chiave acustica. Tutto qui.
5) Come ti immagini il tuo prossimo concerto, anche a livello di organizzazione e set?
Ho una fantastica formazione a tre, con due musicisti incredibili. Sarà tutto molto minimale, elettronico e molto potente. Non vedo l’ora di farvi ascoltare la versione live dei miei brani.
6) Progetti futuri?
A fine marzo sarò ospite sulla pagina Facebook del MEI (Meeting Delle Etichette Indipendenti) per uno speciale live in streaming. Vi aspetto tutti e vi ringrazio per questa intervista.