E’ uscito venerdì 22 gennaio 2020 per Pitch The Noise Records l’EP di debutto di Lyre dal titolo Queer Beauties, che vede la luce dopo una lunga gestazione di sperimentazione e ricerca sonora. Lyre è il progetto musicale di Serena Brindisi.
Un progetto unico nella scena musicale italiana, un nome che si candida ad essere i più interessanti del panorama elettronico italiano. Piacerà ai fan di James Blake, Portishead, Massive Attack e Nick Cave, ma anche di FKA Twigs e Arca.
Questa la nostra impressione sull’album !
Il primo brano “Embers” introdotto da una voce d’oltretomba, che quasi fosse un lamento di aiuto da un mondo tenebroso e cupo, fa spazio ad un sound timido quasi da contorno alla voce, rendendo il brano non molto assimilabile all’ascoltatore, quasi ignoto.
Si passa a “Mirrors” sempre con un ambient misterioso e cupo, con una elettronica spinta nei toni bassi, la voce riprende le modalità del primo brano ma si incastra meglio nel sound proposto, dando più spazio alla musica.
Arriviamo a “Dorothy” dove voce e musica si fondono più armoniosamente tra loro, creando uno scambio ipnotico reciproco con una ritmica più lineare. Si chiude con “Broken Flowers”, il brano migliore dell’Ep, dove emerge una voce più prepotente e decisa che da i tempi ad un sound più marcato e ritmico accompangnandoci in un viaggio psichedelico ed invitandoci a liberare la mente da pensieri inutili, ma seguire il ritmo imposto dal brano.
Il genere scelto da Lyre, non per tutti, bisogna cercare di entrare bene nell’ascolto che richiede un silenzio mentale pronto ad immergersi nel sound ipnotico e seducente dei brani. Il sound espresso dall’autrice ha un ché di magnetico che necessita una concentrazione e riascoltato in momenti diversi, per trarne il messaggio espresso.
Voto: 7/10
Alessandro Lonoce
Lyre è il progetto musicale di Serena Brindisi, un’artista di Milano Il suo progetto musicale nasce ad Edimburgo dove , diversi anni fa, dopo aver lavorato per più di 10 anni come attrice di teatro e performer in Italia, decise di trasferirsi e di rimanere 6 anni, per dedicarsi completamente all’altra passione centrale della sua vita, cioè la musica.
É stato un processo naturale per lei lasciare l’Italia e trasferirsi in Uk , riconoscendo le proprie radici musicali, rispetto al songwriting, in artisti prevalentemente appartenenti al mondo anglosassone.
Tom Waits, Billie Holiday e Chet Baker erano infatti ascoltati continuamente in casa, e i colori e le ritmiche del Blues, onnipresenti nella sua infanzia. Nacque di conseguenza, il bisogno di cantare e scrivere in Inglese, incantata sopratutto dal phrasing e dall’interpretazione di artiste come PJ Harvey, Beth Gibbons e Goldfrapp.
Durante questi anni in UK, Lyre si concentrò nella scrittura del suo debut album, che fu diviso in 2 EP:’Queer Beauties‘ e ‘Shadows Walk‘. A livello compositivo e di arrangiamento, inizialmente le produzioni visionarie e cinematiche di artisti come PJ Harvey, Nick Cave, Portishead, James Blake, Massive Attack e Radiohead, per nominarne alcuni.
Sono stati la base della sua ricerca musicale e la spinsero a voler collaborare col producer di Bristol, Dan Brown (Massive Attack, Ilya, Karin Park) che inizialmente curò gli arrangiamenti di un brano e fece il missaggiò di tutte le tracce dell’allora autoprodotta prima versione di Queer Beauties.
Ma nonostante il lavoro fatto, la sensazione di non aver trovato ancora il giusto mondo sonoro per esprimere appieno la propria personalità artistica, portò Lyre ad un ulteriore processo di ricerca e all’approfondimento di sonorità di artisti come FKA Twigs, Bjork e Arca che causò un notevole cambio di direzione, mettendo in crisi la produzione artistica conclusasi precedentemente a Bristol.
Infine, l’incontro a Milano col produttore Giuliano Pascoe, aka Droven (Pashmak, Clio and Maurice, Milanorovina) è stato infine fondamentale e conclusivo per questa ricerca, così come l’attentissimo lavoro di mixaggio di Antonio Polidoro e di master di Claudio Giussani.